
Il cancro cervicale è considerato un problema di salute globale poiché rappresenta il 4% tutti i tumori diagnosticati nel mondo. In base alle caratteristiche morfologiche, si distinguono tre principali sottotipi di cancro cervicale: adenocarcinoma, carcinoma a cellule squamose e adenocarcinoma squamoso. Uno dei fattori di rischio ben studiati del cancro cervicale è l’infezione cronica da papilloma virus (HPV). Attualmente, la gestione del cancro cervicale dipende da un approccio multidisciplinare, con l’utilizzo di diverse strategie terapeutiche.
Recentemente è stato proposto un ruolo del microbiota nello sviluppo del tumore della cervice. Il nostro organismo ospita migliaia di specie batteriche, che contribuiscono al mantenimento in salute del nostro organismo. Una parte di queste specie microbiche si trova nel tratto urogenitale, ed esse stabiliscono una connessione equilibrata con il sistema immunitario dell’ospite. A livello della vagina e della cervice uterina il microbiota mostra per lo più una bassa diversità microbica ed è costituito da uno o pochi Lactobacillus spp. È interessante notare che solo una o poche specie di Lactobacillus sembrano essere predominanti nella vagina, come Lactobacillus crispatus, Lactobacillus gasseri, Lactobacillus iners, Lactobacillus jensenii o Lactobacillus vaginalis (che si trova principalmente nelle donne dell’Africa subsahariana). La dominanza del Lactobacillus è associata alla salute vaginale e la riduzione di questi microrganismi o un cambiamento nella composizione, condizione nota come disbiosi, può portare a numerose condizioni avverse. La disbiosi infatti determina infiammazione cronica, alterazione della barriera epiteliale, cambiamenti nella proliferazione cellulare e nell’apoptosi, instabilità del genoma, angiogenesi e disregolazione metabolica e potrebbe contribuire allo sviluppo del tumore della cervice uterina. Per tale motivo alcuni studi hanno ipotizzato il ruolo dei probiotici come agente preventivo anti – tumorale.
Kailasapathy et al. hanno spiegato alcuni meccanismi sottostanti attraverso i quali i probiotici possono svolgere il loro ruolo di agenti antitumorali, tra i quali figurano l’attivazione del sistema immunitario dell’ospite, variazioni nel tempo di transito e nella motilità del colon, inibizione dei batteri che sono coinvolti nella trasformazione dei pro-cancerogeni in cancerogeni e riduzione del pH intestinale. Inoltre i probiotici sembrano avere un impatto sui processi biologici che sono coinvolti nel cancro, inclusi apoptosi, stress ossidativo, proliferazione, infiammazione, e metastasi. Nel tumore della cervice gli studi mostrano come la disbiosi possa interagire con l’infezione da HPV, influenzando l’acquisizione, l’eliminazione, la persistenza del virus e la risposta immunitaria dell’ospite mediante l’azione su alcune proteine del sistema immunitario quali TGFβ1. L’infezione da HPV innesca l’attivazione di NF-KB che colpisce risposte immunitarie innate e adattive. Il virus elimina gli effetti inibitori del sistema immunitario downregolando NF-κB e creando un persistente stato di infezione. NF-κB però si riattiva durante la carcinogenesi della cervice portando alla trascrizione di geni coinvolti nella proliferazione, metastasi, immortalità cellulare e angiogenesi VEGF dipendente. I probiotici sono capaci di ridurre e/o inibire lo stimolo infiammatorio mediante la soppressione di diverse vie di segnalazione. Ad esempio alcuni studi compiuti su modelli animali hanno mostrato come Lactobacillus plantarum NK3 e Bifidobacterium longum NK49 abbiano un importante effetto antinfiammatorio sopprimendo l’attivazione di NF-κB e l’espressione di TNF-α nella vagina e nell’utero dei topi. Allo stesso modo agiscono Lactobacillus johnsonii, Bifidobacterium longum, Lactobacillus plantarum, Lactobacillus delbruekii e Lactobacillus fermentum. È stato visto anche che STAT3 ha un ruolo potenziale nello sviluppo del cancro cervicale, sia poiché le cellule HPV – positive presentano un elevato livello di attivazione costitutiva di STAT3, sia perché STAT3 è associato alla conversione delle lesioni precancerose in lesioni cancerose. L’attivazione autocrina di STAT2 nelle cellule HPV+ sembra essere mediata dall’interleuchina 6. Studi hanno mostrato come la miscela di probiotici VSL#3 ha la capacità di inibire la via IL-6/STAT3.
Infine, i batteri Lactobacillus plantarum, isolati dalle secrezioni vaginali di giovani donne adulte e adolescenti, hanno caratteristiche probiotiche e attività antitumorali contro la linea del cancro cervicale HeLa. Un altro studio sulla linea cellulare HeLa ha rivelato che i ceppi di Lactobacillus isolati nel latte umano (Lactobacillus casei SR1, Lactobacillus casei SR2 e Lactobacillus paracasei SR4). Sungur et al. hanno riferito che i ceppi di L. gasseri (G10 e H15) isolati dalla vagina umana, inibiscono la proliferazione delle cellule HeLa, mentre gli esopolisaccaridi dei Lactobacillus esercitano effetti citotossici sulle cellule tumorali e ne riducono la proliferazione.
I probiotici risultano utili anche come terapia adiuvante nei soggetti affetti da tumore della cervice. Essi infatti riducono i sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale quali ad esempio la diarrea indotta da radio e chemioterapia.
In conclusione possiamo quindi considerare la somministrazione dei probiotici un’arma in più per il trattamento del tumore della cervice.
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References
[1] Jahanshahi M, Maleki Dana P, Badehnoosh B, et al. Anti-tumor activities of probiotics in cervical cancer. J Ovarian Res. 2020;13(1):68. Published 2020 Jun 11.
[2] Kailasapathy K, Chin J. Survival and therapeutic potential of probiotic organisms with reference to Lactobacillus acidophilus and Bifidobacterium spp. Immunol Cell Biol. 2000;78:80–8.
[3] Laniewski P, Ilhan ZE, Herbst-Kralovetz MM. The microbiome and gynaecological cancer development, prevention and therapy. Nat Rev Urol. 2020;17:232–50.
[4] Nami Y, Abdullah N, Haghshenas B, Radiah D, Rosli R, Khosroushahi AY. Assessment of probiotic potential and anticancer activity of newly isolated vaginal bacterium Lactobacillus plantarum 5BL. Microbiol Immunol. 2014;58: 492–502.
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