
Influenza della dieta vegana sul microbiota intestinale e sulla salute umana
La dieta vegana è caratterizzata da un regime alimentare che prevede la completa esclusione degli alimenti di origine animale quali carne, latticini, uova e miele, e l’esclusivo consumo di alimenti di origine vegetale quali cereali, verdure, frutta, legumi, noci, semi e grassi e oli vegetali. Numerosi studi si sono concentrati sui potenziali effetti del veganismo sulla salute e il benessere, grazie all’elevato contenuto di fibre, proteine vegetali, acido folico, vitamine C ed E, potassio, magnesio, sostanze fitochimiche quali gli antiossidanti e grassi prevalentemente monoinsaturi e polinsaturi. Il regime alimentare vegano, come tutti i modelli dietetici a lungo termine, può alterare sia la diversità che la funzione del microbiota intestinale.
La caratterizzazione della diversità batterica intestinale umana, determinata utilizzando l’enterotipizzazione e interpretata come un rapporto tra Prevotella e Bacteroides (P/B), ha mostrato che il microbiota intestinale di soggetti che seguono un’alimentazione prevalentemente vegetale, è dominato da Prevotella in persone che seguono un regime alimentare prevalentemente vegetale, mentre l’enterotipo Bacteroides è predominante negli individui che vivono in società occidentali e che seguono diete basate sul modello occidentale, ossia ricche di proteine animali e grassi saturi.
Oltre al rapporto P/B, i singoli nutrienti delle diete vegane hanno un diverso impatto sul microbiota intestinale. Ad esempio, le fibre contenute nei carboidrati integrali sono associate ad un aumento di Bifidobacterium e Lactobacillus, i quali hanno un ruolo protettivo nei confronti della barriera intestinale umana poiché inibiscono l’invasione e crescita di batteri patogeni. Le fibre non solo agiscono come prebiotici promuovendo la crescita di microrganismi benefici, ma riducono anche la produzione di citochine proinfiammatorie, le concentrazioni di trigliceridi sierici, colesterolo totale e colesterolo LDL. Pertanto, la dieta vegana, essendo ad alto contenuto di fibre, potrebbe conferire effetti protettivi contro malattie cardiovascolari e disturbi del sistema nervoso centrale.
Il basso contenuto di grassi saturi e l’elevato contenuto di grassi insaturi delle diete vegane, altera la composizione del microbiota intestinale aumentando il rapporto tra Bacteroidetes e Firmicutes. Al contrario, i grassi saturi aumentano Proteobacteria e Firmicutes e riducono i Bifidobacterium. Questo può provocare la comparsa di infiammazione, portando gradualmente a squilibri metabolici.
Gli antiossidanti, come ad esempio i polifenoli che troviamo in alimenti quali frutta, semi, verdure, tè, prodotti a base di cacao e vino, al pari delle fibre, aumentano Bifidobacterium e Lactobacillus, fornendo protezione cardiovascolare e antibatterica ed effetti antinfiammatori, e diminuiscono le popolazioni patogene quali Clostridium perfringens e Clostridium histolyticum. Anche le proantocianidine aumentano significativamente il numero di Bifidobacterium, e provocano la diminuzione di batteri appartenenti alla famiglia delle Enterobacteriaceae.
Anche il consumo di proteine è correlato positivamente alla diversità microbica, e dagli studi risulta che le proteine animali e vegetali influenzano il microbiota intestinale in modi diversi. Ad esempio, gli individui che consumano una dieta ricca di proteine animali, hanno mostrato una minore abbondanza di batteri, come Roseburia, Eubacterium rectale e Ruminococcus bromii, che metabolizzano i polisaccaridi vegetali nella dieta. Inoltre, una dieta ricca di proteine in genere limita l’assunzione di carboidrati, il che può portare a una diminuzione dei batteri produttori di butirrato e quindi a uno stato proinfiammatorio. Gli individui che consumano proteine di origine vegetali mostrano un aumento di Bifidobacterium e Lactobacillus e una diminuzione dei patogeni Bacteroides fragilis e Clostridium perfringens e un aumento dei livelli intestinali di SCFA.
In conclusione gli studi suggeriscono che una dieta a base vegetale può essere un modo efficace per promuovere un ecosistema diversificato di microbi benefici che supportano la salute generale.
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References
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