CENTRO STUDI
DI PROBIOTICA E NUTRIZIONE
Condividiamo le esperienze e i risultati ottenuti in tanti anni di ricerca
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Guarda il video del dott.Lozio, uno dei padri fondatori della farmacologia probiotica, autore di tre testi inerenti la materia, formatore (+ di 1.500 corsi ECM) e relatore da oltre 20 anni sul campo, docente, studioso, ricercatore appassionato di questo argomento e responsabile scientifico del Centro Studi di Probiotica e Nutrizione
Il trait d’union tra il mondo esterno e il mondo interno, tra gli stimoli e le risposte del corpo possono trovare nel mondo batterico una componente molto importante.
Tra il 1956 e il 1987 le pubblicazioni su Pub Med alla voce “ microbiota” sono state 108 mentre da gennaio del 2013 a luglio del 2017 i lavori pubblicati sono stati 22.359.
Quindi lo studio del microbiota e, soprattutto, le relazioni che intercorrono tra contenuto intestinale ed organismi viventi che lo ospitano, è quanto mai attuale specie per quello che attiene al rapporto che intercorre tra “ microbiota, salute e malattie “.
Come ha detto il Professor Giovanni Gasbarrini , primario emerito di patologia medica presso l’Università del Sacro Cuore Policlinico Gemelli, Il microbiota è l’11° apparato del corpo umano (Roma congresso AIMEF 17 maggio 2019).
Già i cinesi avevano inserito questo apparato nella loro pratica tanto è vero che c’è un meridiano fondamentale chiamato triplice riscaldatore che viene definito come l’organo che non c’è, ma che ha funzione. Non è un organo disperso, ma un organo che non c’è! Infatti i batteri non appartengono al corpo umano, ma ne sono parte integrante e assolutamente necessaria.
Senza i batteri la vita è impossibile, l’uomo nella sua evoluzione ne ha delegato alcune funzioni metaboliche fondamentali e la nostra e la loro vita sono strettamente imbricate.
I topi germ-free esistono, anche se non vivono proprio in modo ottimale, anzi, ma l’uomo morirebbe.
Alla nascita il neonato sembrerebbe sterile (si sta ora discutendo sulla colonizzazione fetale), ma già al passaggio attraverso il canale del parto, si colonizza con i batteri presenti in loco e, appena esce, si “contamina” con le feci materne ricche di batteri. Una volta ripulito, viene appoggiato al petto materno, sudato e pieno di batteri che passano al neonato.
Con l’allattamento poi si raggiunge l’apice della perfezione nutritiva perché la madre trasferisce le sue colonie di bifidobatteri con i dotti del seno con anche il cibo specifico per loro che è l’inulina, mentre per proteggere i dotti galattofori da eventuali infezioni batteriche tipo staphilococcus aureus, posiziona il Lactobacillus Plantarum, prelevato dall’intestino, a guardia della via di alimentazione del neonato.
Da quel momento in poi le interazioni tra batteri e cellule umane non avranno più fine se non con la morte dell’uomo perché poi i batteri sopravvivono e si nutrono delle fibre ingerite e delle proteine presenti nel tubo digerente.
Essendo i batteri specie specifici, i “probiotici” animali non potranno MAI sostituire quelli umani dati da nostra madre per cui nasce l’esigenza di una integrazione mirata.
Perché mirata? I lattobacilli sono anaerobici facoltativi per cui si possono ritrovare quelli umani anche nei cibi, mentre i bifidobatteri, essendo rigorosamente anaerobici, verranno a mancare.
Con questi presupposti, se non si integra dall’esterno, dovremmo vivere per tutta la vita con ciò che ci ha fornito nostra madre. Tra antibiotici, infezioni intestinali e cibo oltre all’alcool (i batteri sono astemi!) la possibilità di avere una buona flora batterica in età adulta è difficile da ipotizzare.
Tra lattobacilli e bifidobatteri ricordiamoci che i primi sono difensivi contro proliferazioni di altri ceppi batterici mentre i secondi sono caratterizzati da una funzione metabolica prevalente e sono tra il 12 e il 15 % di tutti i batteri presenti nell’intestino mentre i lattobacilli sono tra 1.5/1.8% di tutti i batteri quindi poco più di un decimo dei bifidobatteri.
Una integrazione a questo punto è d’obbligo un po’ per tutti.
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